JAZZ

LO SAPEVATE CHE FU UN ITALIANO A DARE MAN FORTE ALL'ORIGINE DEL JAZZ?
Ci troviamo nelle piantagioni e durante la costruzione di ferrovie e strade negli Stati Uniti, i neri cantando ritmavano i movimenti del duro lavoro (ritmo binario). I primi musicisti suonavano musica ad orecchio e le orchestre pionieristiche a New Orleans erano chiamate Ragtime Bands,  ragione per cui erano gruppi malvisti per il suono disordinato e scalcinato, poi nel 1894, con le leggi che fanno entrare in vigore la segregazione razziale anche a New Orleans colpendo i neri, essi cominciano ad unire e mischiarsi con altri stranieri immigrati europei, introducendo altri strumenti musicali provenienti dalla tradizione italiana delle bande di paese: infatti tra i migliori musicisti di jazz figurano ovviamente afroamericani poi affiancati da italoamericani, che formarono la Original Dixieland Jazz Band ossia la banda che diffuse il jazz in U.S.A. producendo molti dischi: da quest’incontro nasce il jazz e cioè bande di ottone (brass bands), il loro suono a sua volta veniva chiamato in gergo JASS che significa "sporco". Già alla fine del 1917 cambiarono "Jass" in "Jazz".

ORIGINAL DIXIELAND JAZZ BAND
Sono stati un gruppo jazz americano, formatosi nel 1916 a New Orleans e composto da cinque musicisti, tra i quali gli italo-americani Nick La Rocca e Tony Sbarbaro: La Rocca fu fondatore e sempre leader del gruppo, nonchè il primo a registrare molti classici del jazz a fini commerciali e a realizzare brani di grande successo. In pratica fu Nick La Rocca, italoamericano bianco, a portare la black music detta jazz nell'industria dei bianchi. 

“La vita somiglia molto al jazz... è meglio quando si improvvisa.”
GEORGE GERSHWIN

Buddy Bolden
Fu il primo musicista di colore di New Orleans a raggiungere la fama.
Nonostante non ci siano giunte registrazioni della sua musica, Buddy Bolden è considerato da molti l'iniziatore del jazz, attraverso l'improvvisazione, ufficialmente riconosciuto, nel 1917, come genere nato dal ragtime. Grazie a lui il jazz presto si diffonde in molte parti d'america e lui verrà definito come il padre del jazz. Lavora da solo finché non fonderà un gruppo che presto creerà molte canzoni ascoltate ancora oggi.

“Se ci sono più di tre accordi, è jazz.”
LOU REED

JAZZ COME RIFLESSO DEL BLUES
Io definirei il Jazz il riflesso dell'ombra del blues, perchè in realtà la musica nera si dispiega in 12 battute (il blues) oppure nella canzone in 32 battute dove poi rientrano a volontà gli assoli e le improvvisazioni e, ulteriormente, anche strumenti armonici di accompagnamento (pianoforte, chitarra, contrabbasso), sicché il Jazz è come un anfitrione immenso che dà spazio a chiunque, non per caso ha incorporato in sè agli inizi la musica popolare, la musica leggera e anche quella colta e classica, per finire poi nei nostri tempi ad abbracciare tutti i generi musicali moderni anche non statunitensi, come il samba, la musica caraibica e il rock.

“Il blues è per il jazz ciò che il lievito è per il pane. Senza di esso è piatto.”
CARMEN MCRAE

“Non ho mai sentito di un musicista jazz che è andato in pensione. Ami ciò che fai, quindi se vai in pensione, cosa fai, suoni per i muri?”
NATHANIEL ADDERLEY

Le prime bands Jazz avevano una parte melodica (cornetta, clarinetto, trombone) e l'altra ritmica (banjo, chitarra, bassotuba), queste due parti per lo più si mischiavano improvvisando ad orecchio, questo rendeva la musica impattante inaspettata donde il nome Jazz Hot o improvvisato. Queste bande si esibivano in feste, riunioni, matrimoni e persino funerali. Divennero famosissime e molto richieste nei locali e fu così che da New Orleans il Jazz si trasferì a Chicago verso gli anni venti, cercando uno scenario più vasto e potente. 

“La semplicità è la cosa più bella che c'è, anche i pezzi jazz più belli del mondo hanno 5 note non ne hanno tante, è che sono proprio le 5 note 'giuste'.”
NINA ZILLI

«In genere, il jazz è sempre stato come il tipo d'uomo 
con cui non vorreste far uscire vostra figlia.»
Duke Ellington

IL JAZZ COME VASO DI PANDORA MUSICALE
Nell'incontro e/o scontro col Jazz vengono fuori tutti i tipi di musica a noi conosciuti finora. Vediamo attentamente  (ne conteremo fino a 18 stili o generi musicali diversi) come si è pian piano scoperchiato questo vaso di Pandora:
  1. Anni 10 -  Jazz, esplode nella sua originalità.
  2. Anni 20 - Jazz sinfonico : le grandi orchestre. Il jazz divenne sempre più popolare affermandosi anche come musica da ballo e nei locali notturni.
  3. Anni 30 - Swing: il Jazz acquista un nuovo modo di ballare, utilizzando un tempo costante, rendendo perciò "ballabile" con un'accelerazione progressiva. Nello stesso periodo il jazz ballabile cerca di mantenere anche il ritmo del pianoforte evolvendosi nel genere Boogie-woogie
  4. Anni 40 - Jazz Bebop: un linguaggio musicale di protesta, l'atmosfera era quella della guerra, la musica prese la piega di movimento giovanile antisociale, fatto di armonie complesse e tempi velocissimi, ma molti dei jazzisti dell'epoca avevano uno stile di vita dei bopper fatto per lo più di scandali droga ed alcol (un preludio di quello che sarà negli anni 70 il sex, drug and rock&roll). 
  5. Anni 50 - Cool Jazz: il ritmo pacato del dopo guerra, ma con alternanze del Hard Bebop ancor più pesanti quasi a voler ricordare con rammarico la ragione per cui si protestava.
  6. Anni 60 -  Free Jazz: liberazione dei neri dai bianchi, un Jazz che voleva la sua indipendenza, non per caso risuona molto in quei giorni insieme agli ideali di  Martin Luther King e, soprattutto, di Malcolm X: il Black Power sarà sempre un marchio distintivo dei musicisti "Free". Fu una musica esplosiva e molto contestata, ancor oggi molti non l'accettano. Una forma d'improvvisazione collettiva totale, mentre i critici più accesi affermarono che il free jazz rimuoveva la distinzione tra chi sapeva suonare e chi no. 
Un genere musicale però che ha attraversato in sordina tutto il 900 è il Gospel (nelle chiese dei bianchi), quella musica di culto che i neri chiamavano anche Spiritual, tematiche religiose che diedero un impronta profonda ad alcuni generi, perchè la musica dell'anima (il genere chiamato Soul) nasce dalla fusione delle sonorità del jazz e del gospel con i modi della canzone popolare. A sua volta dal Soul ritmico nasce il Rhythm&Blues. Con questo calderone di sonorità, stili, ritmi e tendenze diverse, dopo la metà degli anni 60, nasce il boom del Rock&Roll che mise commercialmente allo sbando il Jazz, quelli che non scelsero la critica radicale del free jazz e che non sparirono dalla scena dovettero cambiare stile. Fu così che il Jazz si fuse con l'allora musica popolare (pop) e divenne il Jazz fusion, un genere che combina elementi di jazz, rock e funk. D'altra parte invece il Jazz in quelli anni si mischio con i ritmi latini donde la nascita del genere Bossa Nova e Jazz Samba
Nei nostri tempi il jazz si spinse fino all'Acid jazz, con la componente elettronica aggiuntiva ed infine il Jazz rap.

“Se hai bisogno di chiedere cos'è il jazz, non lo saprai mai.”
LOUIS ARMSTRONG
Nella foto accompagnato da Paul Newman

LA SOCIOLOGIA DEL JAZZ
La musica è sempre stata la voce del sentire a livello sociale, nella musica di tendenza vanno sempre a confluire per ciò i sentimenti più vivi ma anche le frustrazioni più represse della massa. Il Jazz come un corrente nel primi 70 anni del novecento ha raccolto tutto il bene e il male (dolori, guerre, sogni, proteste, amori riusciti e falliti), ha dato forma e vita, sostegno e voce, a dei cambiamento sociali epocali. A sostituto persino in alcuni momenti il Dio morto della filosofia nichilista e gli eroi di guerra, creando personaggi, cantanti, fiabe ritmiche, balli da favola, ma comunque non lasciando mai l'essere umano da solo nel suo inferno. Non per caso esiste una giornata Internazionale del Jazz, celebrata per la prima volta nel 2012, il 30 aprile e dichiarata dall'UNESCO come un patrimonio dell'umanità.

“Il jazz è la rivolta dell'emozione contro la repressione.”
JOEL AUGUSTUS ROGERS

“Il jazz smise di rivolgersi alle grandi masse, gradualmente venne adottato dalla classe intellettuale e prese la forma di un’arte raffinata.”
HARUKI MURAKAMI

IL VOCALESE
E' uno stile canoro jazz in cui le parole sono adattate a melodie, quindi le sillabe cantate seguono le noti musicali, mentre il fraseggio tradizionale adopera parole improvvisate e prive di senso (Melisma), scelte per il loro suono e andamento ritmico. 



“Non suonare il sassofono, lascia che sia lui a suonare te.”
CHARLIE PARKER

JAZZ ZINGARO
Il jazz manouche, anche noto come gipsy jazz,  è uno degli stili del jazz. Si definisce jazz manouche quello stile musicale melodico cadenzato in cui trovano la massima espressione gli strumenti a corda (chitarre, bassi, violini...), tipico delle band tzigane. Questo genere musicale trae la sua origine dall'irripetibile esperienza artistica del chitarrista Django Reinhardt, che ne è considerato l'ideatore e il suo massimo esponente: egli ha reso possibile l'unione tra l'antica tradizione musicale zingara del ceppo dei Manouches e il jazz americano.

IL JAZZ E LA PSICANALISI
Io amo il Jazz, ascoltarlo è come fare una seduta psicanalitica. La sua melodia sgorga e non sai cosa vien fuori, non sai che piega prendono le note, parlano come il malato sul lettino dello strizzacervelli, a ruota libera, infatti se mi chiedi cos'è il Jazz non saprei dirtelo, ma soltanto allora misticamente quando non sai cos'è lo capisci, è un colpo di luce che viene dal colpo allo stomaco. La grande sfida del Jazz è proprio quella, è una musica per intellettuali ma anche senza istruzione, voglio dire un intelletto fatto a colpi di vita, di dolori, di esperienza, ecco perchè al Jazz si arriva o con l'educazione o con i calci al sedere che prendi nella vita.

LA CLASSE NON E' ACQUA, MA JAZZ AL GIN TONIC 
L'anima del Jazz è fatta del ceto basso, sgorga dalle ferite dei poveri, ma il jazz è vissuto per lo più dal ceto alto che ha il tempo di goderselo con pazienza e senza preoccupazioni. Il ceto medio invece per lo più non sa cosa sia il Jazz. In poche parole: è la musica che i ricchi hanno rubato ai poveri, è proprio quello che è successo alla musica classica dopo il rinascimento. Ovviamente quando una persona si solleva nell'anima, scavalca qualunque ceto e va oltre la fisicità della musica, allora è impossibile trovare persone di animo gigantesco che non amino il jazz, il blues, la musica classica e tutta quella marmaglia incompresa di raffinatezza, ecco perchè se vai a scoprire cos'è il Gin Tonic non è altro che l'acqua tonica che ha fatto del Gin più volume quindi grandezza, per cui la grandezza della classe sta sempre nell'umiltà e semplicità dell'acqua, Jazz allo stato brado. 

DIO E' MORTO ED ANCHE IL JAZZ
Ben nota la sentenza filosofica nichilista del "Dio è morto", perchè è evidente che oggi l'umanità non gira più intorno a Dio come una volta, ugualmente la musica non sgorga più dal Jazz come nel primo novecento. Però anche se sono morti non si sente il fetore, ma una flagranza che impregna tutto. Infatti prendete il Jazz, non ha senso fare Jazz oggi, direi impossibile, è già tutto fatto, anzi è diventato un codice e l'unico modo per comprendere veramente tutta la musica restante ed avvenire; è un alfabeto da cui puoi inventare parole ma inutile inventarne altre lettere. Anche Dio, smettiamola di inventarci altre religioni o sette, non servono, ascoltate la natura, ecco cosa intendo per sentire con reverenza il Jazz. 

Possiamo dire che il jazz è un virus, un virus di libertà, che si è diffuso sulla terra, 
“infettando” tutto ciò che ha trovato sulla sua strada: il cinema, la poesia, la pittura, la vita stessa.
(Steve Lacy)

SACRO E PROFANO
Il mio primo contatto con la musica Jazz è stato ripulsivo, lo stesso con la musica classica, ma ero allora un bambino, di conseguenza è stato come l'incontro con le verdure e le zuppe, gradivo di più i gelati e la cioccolata. Col tempo il mio spirito ribelle comprese la tensione tra quelli due stili di musica: la classica era troppo sacra e il Jazz sconsacrato. Erano le due forze opposte (Yin e Yang) che in me lottavano per farmi trovare la pace. Non era una questione alla fine di gusto, ma di equilibrio e crescita, è come con l'età, impari ad amare le zuppe e le verdure senza disprezzare il dolciume. Certi generi di musica sono irraggiungibili ma soltanto perché tu non sei pronto, nascono in te solo se sei già cresciuto, finché ciò non avvenga inutile cercare di farsi capire o far piacere ad altri questa musica, è controproducente.

JAZZ, UN URLO LIBERATORIO
Il Jazz fu una musica dove si sentirono spezzate le catene dei neri, i musicisti non seguirono regole partiture o modelli classici, l'improvvisazione fu la nuova regola. In Europa il Jazz arrivò come un tornado, i ritmi sincopati facevano chiasso e baraonda. Grandi maestri della musica classica si recarono in America per imparare il Jazz e i neri erano sorpresi di una tale accoglienza, loro pensavano che il Jazz fosse una musica per locali da ballo non per teatri d'opera. Si pensi ad una delle più grandi composizione di Jazz, mischiato con la musica classica, The Rhapsody in Blue divenuta un pezzo d'oro del jazz classico.   

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