Amadeus

 

AMADEUS (1984)

Quando si dice il nome "Wolfgang Amadeus Mozart" tendiamo subito a pensare ad un uomo celebre, maturo, serio perchè la sua opera musicale monumentale proietta su di lui un ombra gigantesca, quindi lo immaginiamo come un colosso, un divo, una super star. Ma se dimentichiamo che Mozart morì a 35 anni e che quando era famoso era soltanto un bambino, perdiamo di vista la sua natura leggiadra e fuori luogo. In questo film, anche se non del tutto biografico, si può cogliere quell'aspetto umano, meschino, puerile, debole e per lo più immaturo di questo geniale musicista. Nel corso degli anni nacque e si diffuse la leggenda secondo cui Mozart sarebbe stato avvelenato, per invidia, dal compositore italiano Antonio Salieri. Questa diceria, priva di fondamento, ha ispirato diversi artisti nel corso dei secoli a fare diverse opere, tra cui l'opera teatrale di Peter Shaffer da cui venne tratto questo film. Salieri era consapevole della grandezza di Mozart e sapeva che lo avrebbe eclissato, ma quest'invidia con manifestazioni di disprezzo era sempre smorzata dall'ammirazione e l'amore che aveva per la musica del suo "rivale". Nel film Salieri commissiona un opera mai finita (come la verità) la Messa da Requiem per il padre di Mozart, da cui Mozart era profondamente legato e non vide morire, per di più morì senza che tra di loro ci fosse stato un chiarimento e una pace interiore; quest'opera fu il veleno psichico che portò Amadeus alla pazzia e alla morte. Ogni scena è accompagnata da una scelta di capolavori mozartiani, ragione per cui è un film per amanti della musica classica, nonchè dell'opera e del saper leggere tra le righe di una vita di corte e di nobiltà gli aspetti più umani: Mozart, ripetiamo, era comunque rimasto un giovane spensierato, amante delle baldorie, del suo amore per Costanza, del suo essere volgare e scurrile nei modi e nelle battute (risaputa la sua tendenza  ai riferimenti scherzosi con escrementi), il suo modo di ridere da sciocco e giullare. E infine, come un uomo di successo abbia fatto fatica a vivere della sua arte per cui economicamente sempre quasi a dover mendicare per farsi ascoltare dai Re dell'epoca. Il suo spirito libertino e letteralmente anarchico lo portarono sempre ad una lotta intellettuale contro le corte: Le nozze di Figaro a Il flauto magico al Don Giovanni... era opere non sempre del tutto ben viste in un mondo musicale inquadrato dalla religione e dalla mitologia greca. Un film davvero consigliatissimo per gli amanti del genere, non per caso fu vincitore di otto premi Oscar e di quattro Golden Globe.

- Ma perché, perché Dio avrebbe scelto un fanciullo osceno come suo strumento? 

(Salieri)

- Io, è vero, sono volgare. Ma vi giuro che la mia musica non lo è. 

(Mozart)


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