Gregoriano

MUSICA GREGORIANA
Fu elaborato in Occidente a partire dall'VIII secolo dall'incontro del canto romano antico col canto gallicano nel contesto della rinascita carolingia. È cantato ancor oggi, ed è riconosciuto dalla Chiesa cattolica come "canto proprio della liturgia romana". 
Il canto gregoriano è un canto liturgico, solitamente interpretato da un coro di voci maschili, da un solista chiamato cantore (cantor) o spesso dallo stesso celebrante con la partecipazione di tutta l'assemblea liturgica ed è finalizzato a sostenere il testo liturgico in latino.
Questo cantor spesso intona una antifona e poi il coro risponde. Questa tradizione passò al Blues che era agli inizi un canto antifonario: un uomo cantava nei campi mentre lavoravano e tutti gli altri operai rispondevano. 

Il nome deriva dal papa benedettino Gregorio I Magno. Secondo la tradizione, egli raccolse ed ordinò i canti sacri in un volume detto Antiphonarius Cento, ma il racconto è avvolto di leggende e miracoli (il Papa ricevette dallo Spirito santo l'antifonario dettando al suo orecchio il testo), per di più la mancanza di testimonianze autografe, fanno sì che sia più attendibile l'ipotesi, correlate di documenti che attestano i tentativi degli imperatori carolingi di unificare i riti franco e romano. Il nome del Papa e il suo miracolo sarebbe servito quale espediente per garantirne l'accettazione universale e incondizionata.

I libri erano grandissimi per diverse ragioni: cantavano in coro, l'uso della carta  o pergamena era un lusso per cui era conveniente fare un libro di dimensioni così grandi che potessero leggere a distanza anche un piccolo gruppo di 4-6 monaci a libro. 

SOLTANTO LA VOCE UMANA DIFRONTE AL SILENZIO DIVINO
Il gregoriano deve essere cantato a cappella, cioè senza accompagnamento strumentale, poiché ogni armonizzazione, anche se discreta, altera la struttura di questa musica.
Si tratta di un canto omofono, più propriamente monodico, è una musica cioè che esclude la simultaneità sonora di note diverse: ogni voce che lo esegue canta all'unisono.


LE VOCI BIANCHE
Per voci bianche si intendono quelle dei bambini che non hanno ancora raggiunto l'età in cui si verifica la muta vocale, 13 anni circa, e generalmente l'età dei componenti varia dai 6 ai 16 anni. Queste voci possono cantare da sole o in coro. Nei monasteri maschili però il problema era avere nei cori delle voci bianche (estensioni vocali di tono altissime e falsetto molto pulito), perchè man mano che l'uomo cresce perde queste tonalità e capacità. E' una questione anche di ormoni, per questo alcuni ragazzi venivano sottoposti a castrazione; questo portava ad una crescita della gabbia toracica con conseguente aumento della capacità polmonare; il ragazzo aveva quindi la possibilità di continuare a cantare nei riti liturgici e mondani assicurando un'entrata economica alla famiglia. Altri essendo per natura effeminati (doni della natura, la grazia) avevano questa voce dolce acuta molto elastica e brillante. 


IL CANTO AMBROSIANO, PRIMA DEL GREGORIANO
Fu Sant'Ambrogio stesso che, per la prima volta in assoluto nella liturgia della Chiesa, introdusse nel 386 l'uso di canti non derivanti dai salmi (gli unici fino ad allora cantati durante le messe). Questa sua innovazione si diffuse presto anche nelle Chiese di altro rito. Ambrogio è stato definito il "più musicale dei Padri", in quanto ha personalmente composto testi e musiche dei suoi inni, innovando anche lo stile, grazie all'introduzione della metrica classica al posto di quella libera che era simile alla salmodia ebraica. Per agevolare il popolo alla declamazione, Sant'Ambrogio realizzò versetti facili da recitare ed eliminò sia il ruolo del solista sia la presenza dei vocalizzi, rendendo tutto l'insieme più armonico. Il canto ambrosiano è ancor oggi praticato nella diocesi di Milano, Italia, ed è il più antico corpus musicale occidentale.

La musica può nominare l’innominabile e comunicare l’inconoscibile.
(Leonard Bernstein)


LE PIÙ FAMOSE ED ANTICHE CANZONI GREGORIANE
La più antica canzone gregoriana è Il “Sub tuum praesidium” è un tropàrion  (in greco, τροπάριον, nella musica bizantina e nella liturgia orientale, composizione poetico/musicale per uso liturgico) dedicato alla Madre di Dio, risalente al Terzo secolo. Ancora oggi, usato in tutte le principali liturgie cristiane. Le versioni sono varie (a me personalmente piace quella dei Certosini, non reperibile in rete purtroppo). Ma c'è una curiosità: il termine "Madre di Dio" (Theotòke) non venne usato prima del concilio di Nicea (anno 325) mentre il papiro Rylans 470 dove è inclusa questa poesia, è stato trovato in Egitto, il che fa pensare che sia appartenuto ad una comunità eretica (che già lodava la madre di Dio, ritenuta allora eresia per i conflitti della doppia natura di Gesù). 



Il Pange Lingua è un inno eucaristico usato dalla Chiesa cattolica di Rito Latino.
Ne è autore San Tommaso d'Aquino, incaricato da Papa Urbano IV di comporre l'Ufficio per la liturgia della nuova solennità del Corpus Domini, istituita nel 1264.




Questa gioiosa preghiera viene rivolta a Maria madre del Risorto e, dal 1742, 
viene tradizionalmente cantata o recitata nel tempo pasquale.



Il Te Deum (estesamente Te Deum laudamus, latino per "Noi ti lodiamo Dio") è un inno cristiano in prosa di origine antica, risalente al IV secolo.


La musica è la lingua dello spirito. 
La sua segreta corrente vibra tra il cuore di colui che canta e l’anima di colui che ascolta.
(Kahlil Gibran)



RIVISITAZIONE MODERNA DEL GREGORIANO
Nell'era del commercio e del capitalismo anche i monaci hanno aperto i cori alle registrazioni, da qualche decennio sono reperibili con facilità CD, LP ed ogni formato digitale con repertorio di musica gregoriana. Ma un altro fenomeno ancor più curioso è quello della rivisitazione di testi e canzoni molto famose moderne (pop, rock, metal) interpretate in chiave gregoriana: 




LOSING MY RELIGION , una canzone degli R.E.M in versione gregoriana.

Il gruppo dei Gregorian è attivo nell’ambito della musica gregoriana moderna dal 1998 ed ha pubblicato più di 15 album discografici. I 10 membri del gruppo, tutti uomini, si esibiscono spesso vestiti da frati medievali e hanno portato al successo lo stile gregoriano moderno con rivisitazioni di brani che passano da Lenny Kravitz ai REM, dai Green Day ai Metallica e tanti altri.


GREGORIANO E NEW AGE
Enigma, spesso classificato come new age e ambient pop, fonde canti gregoriani a ritmi dance adottando un consistente numero di campionamenti di musica etnica, sono un chiaro esempio di avvicinamento al sacro attraverso il  profano e viceversa. 



Il canto gregoriano rispecchia una concezione ciclica (quindi liturgica) del tempo, che ondeggia e oscilla senza parametri formali rigidi di durata perché ritorna sempre su se stesso. Nella sua struttura tematica è implicita la certezza della risposta a qualsiasi domanda. Ogni rituale, infatti, come ogni preghiera, non pone mai delle vere domande, non arriva mai al dubbio, perché l'interlocutore cui si rivolge è Dio. Il gregoriano, per ciò, può permettersi di "spaziare" in durate indefinite perché è sostenuto dalla "sicurezza" della risposta divina. II tempo è dato.“ 
 - Ida Magli -

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